E’ con orgoglio e piacere che mi accingo a presentare la prima “personale” e il catalogo di Vito Spada, artista contemporaneo e pittore materico, a cui sono legato da fraterni vincoli di amicizia, di stima e di professionalità.

“Tutto nasce dalla Materia, l’arte materica di Vito Spada” è il punto di arrivo e, contemporaneamente di partenza, di un percorso artistico triennale del pittore massafrese che ha concretizzato e sintetizzato nelle sue tele materiche l’homo technologicus. Uomo e materia, materia e uomo, un rapporto biunivoco che affonda le radici storiche ed artistiche agli albori della Civiltà.

Avanguardista del materico in Puglia e nel nostro Meridione d’Italia, Spada rappresenta il coraggio, la voglia, lo stimolo ad andare avanti nelle sperimentazioni dei materiali, con infusioni e fusioni su tela dei più nobili metalli legati ai materiali di riciclo. L’utilizzo dell’arte con l’implementazione della tecnica.

Venti le opere in catalogo, fra le quali l’omaggio a Massafra e al birrificio Heineken-Dreher d’indubbio valore artistico.

L’identità di un territorio legata alla tecnica, alle geometrie di Spada: è questo che possiamo e dobbiamo ammirare. Una realtà rappresentata con stucchi, quasi delle sculture, anzi delle pitto-sculture, dei bassorilievi materici che in un vortice di tridimensionalità trasporta il fruitore dell’arte nel cuore della città natìa del pittore o nei luoghi del lavoro industriale.

Attrazione pura per i metalli; anche i colori sono metallici, anche le applicazioni a foglia rame, argento, bronzo sono metallizzate. E poi un florilegio di ghiere di cuscinetti, plastica, vetro, legno, ceramica, tutti uniti assieme da un’idea di rappresentazione dell’uomo post-industriale, ovvero dell’uomo industriale.

Dalla prestigiosa rassegna di Mottola, all’internazionale di Vico del Gargano; dall’esperienza alla fiera d’arte contemporanea di Piacenza all’inserimento nei cataloghi nazionali “Biancoscuro” e “La gioia dell’Arte”. Questa crescita artistica di Spada è stata magnificamente sintetizzata dal critico d’arte Paolo Levi che definisce la sperimentazione astratta del nostro “con lo sguardo indiretto alle composizioni degli artisti del Bauhaus. Tuttavia, rinuncia in parte all’utopia costruttivista, per approdare, tramite il colore a una geometrizzazione di taglio lirico”.

Antonio Dellisanti

Editore Giornalista